La caduta dell’Impero Romano fu preannunciata da un graduale
declino del potere centrale e dal conseguente ridimensionamento dell’attività metallurgica e
mineraria, iniziato nel III secolo d.C. È provato che la produzione del ferro
ebbe a soffrire meno severamente di quella degli altri metalli perché arnesi
come asce, coltelli, spade e vomeri erano sempre necessari, ed evidentemente le
armi di acciaio suscitavano particolare apprezzamento . Dalla scarsità di
informazioni sul rame e sul bronzo si può arguire che i turbamenti politici
affrettarono la sostituzione di questi metalli da parte del ferro.
Verso il
nono secolo, col relativo cessare del caos politico, la metallurgia mostrò una
certa ripresa, e cominciarono così a delinearsi alcuni aspetti che caratterizzarono quella medioevale:
a) Nuove miniere e centri di fusione
sorsero oltre i confini dell’ex Impero Romano.
b) Una letteratura
sull'estrazione mineraria e sulla metallurgia fu gradualmente creata, in un
primo tempo per l’applicazione dei metalli nell'arte e nella decorazione,
successivamente per istruire l’ufficiale dell’esercito, l’ingegnere, il
banchiere, il saggiatore e il fonditore.
c)Ebbe inizio l’estrazione del
carbone fossile, che venne ad essere usato su larga scala per alcune operazioni
preliminari, sebbene le fusioni finali fossero ancora eseguite con carbone di
legna;
d)
L’energia idraulica fu gradualmente applicata alla metallurgia e i mantici ,i
magli e i mulini a pestelli idraulici sostituirono quelli azionati dall'energia
umana e animale.
Se consideriamo i pochissimi testi antichi in cui sono
trattati argomenti metallurgici, ci rendiamo conto della natura molto
frammentaria delle nostre conoscenze. La più antica di queste fonti è
costituita da un ricettario dell’ottavo secolo intitolato Compositiones ad
tingenda musiva (Ricette per la colorazione dei mosaici) che tratta
principalmente della lavorazione dei metalli.
Un altro testo importante è Il Mappae clavicula de
efficiendo auro, ovvero “Chiave della formula per lavorare l’oro” che sembra
risalire all'ottavo secolo. Si tratta di un altro manuale per la lavorazione di
metalli e leghe per l’artista e l’artigiano che contiene ,inoltre, formule per
leghe da usare come sostituti dell’argento e dell’oro.
Il terzo manuale, De
coloribus et artibus Romanorurn, ovvero “Delle pitture e delle arti dei
Romani”, attribuito a Eraclio, contiene descrizioni relative all'affinamento
dell’oro e dell’argento, all'amalgamazione, ai materiali per la saldatura di
metalli diversi, alla fabbricazione di alcuni metalli e leghe in sottili
lamiere, nonché le formule per tali leghe.
Il quarto e più
elaborato documento è il Diversarum artium schedula ( risalente al X secolo), ovvero
“Saggio su varie arti”, di Teofilo, monaco probabilmente di origine greca
stabilitosi in Germania.
Gli argomenti che vi sono trattati sono numerosi. Per quanto riguarda
la metallurgia dell’oro egli discute sulle varie qualità di questo metallo,
sulla coppellazione e sull’amalgamazione, soffermandosi, inoltre, sulla
fabbricazione dell’oro in foglie, di quello in polvere e di leghe simili.
Tratta ,inoltre,dei materiali di saldatura per l’applicazione delle strisce di piombo
sul vetro da cattedrale istoriato, degli attrezzi metallurgici e della loro
costruzione, dell’affinamento e fusione dell’argento, della liquazione, della
costruzione dei forni di coppellazione e della colorazione dell’oro in foglie.
Oltre a tutto ciò ,Teofilo ci fornisce particolari circa l’estrazione del rame dai
minerali raccolti in superficie, istruzioni per la costruzione di un forno a
crogiolo per la fusione di piccoli quantitativi di rame e i metodi
d’applicazione di pigmenti diversi su di esso.
Una descrizione della fusione
delle campane costituisce uno dei più importanti argomenti del suo libro che si
sofferma anche su metalli come il ferro, lo stagno e l’ottone.
Sebbene non si
tratti di un manuale di metallurgia, essendo destinato ai decoratori ed ai
costruttori ,questo volume ci fornisce un buon quadro della misura in cui le
tecniche metallurgiche classiche sopravvissero.
Diversarum artium schedula
Le nostre conoscenze sulla metallurgia medioevale derivano però principalmente dai ritrovamenti fatti negli antichi centri fusori, da dati
economici e da tradizioni di epoche posteriori. In alcune regioni dell’Europa
centrale, specialmente nella Foresta Nera e nello Harz, nella Sassonia e nella
Boemia, nella Slesia e in Ungheria, le risorse a cui avevano attinto gli
antichi fabbri erano ancora in attesa di uno sfruttamento più completo. Queste
regioni erano ricche di legname e abbondavano ,inoltre, di torrenti e
ruscelli montani in grado di fornire energia. Agli albori del Medioevo la
graduale colonizzazione da parte dei coloni fiamminghi, tedeschi e francesi,
fece di queste regioni la principale risorsa della metallurgia medioevale. Nel
giro di pochi secoli i popoli germanici divennero gli specialisti minerari e
metallurgici della loro epoca.
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