Sebbene non riguardi direttamente la metallurgia, il
problema dei furti di rame è oggi attualissimo e merita, pertanto, una
particolare attenzione. I ladri stanno spazzolando tutto il rame disponibile: cavi
elettrici e ferroviari, gronde , pluviali, linee telefoniche in uso, perfino i
cimiteri. Perché?
Il motivo è semplice. Con l’impennata dei prezzi degli ultimi tempi, il rame è diventato un
investimento altamente redditizio e viene oggi valutato intorno agli 8 euro al
chilo . I suoi usi si sono moltiplicati con l’evoluzione
tecnologica, essendo questo metallo
presente nei cellulari e negli elettrodomestici e la richiesta mondiale è improvvisamente
cresciuta (dal 1995 ad oggi del 40%).
Si ritiene che le squadre di ladri lo rivendano alle
fonderie dove i manufatti, fusi in barra o in lingotto di metallo puro (rame) o
di lega (in genere ottone), ormai non più riconoscibili e diventati prodotti
metallurgici normali, vengono esportati verso nuovi mercati, come la Cina, con
regolare bolla di accompagnamento.
Diversi riferimenti a questo tipo di furti, si trovano anche
nel romanzo Acciaio.
".. Qualche giorno prima, alla mensa della Lucchini, un tale particolarmente furbo si era lasciato scappare che dentro il parco della Dalmine era pieno di rame. L'aveva detto facendo l'occhiolino, a voce alta, senza sapere che chi ascoltava in silenzio, con il rame, aveva parecchia confidenza. <<Non l'hanno smantellata tutta, la vecchia linea elettrica>>. E loro avevano afferrato il concetto. Di più: lo avevano bruciato sul tempo.
Quella sera, a fari spenti, avevano costeggiato la fabbrica di tubi lungo la strada sterrata del quagliodromo. Avevano cercato il punto esatto, dove il canneto è rado e la palude bassa.Avevano squarciato la rete e si erano inoltrati dentro come animali notturni. Il mercato nero del rame: questi sì che era in piena espansione..."
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